Qualche giorno fa vi ho parlato dei litchi, frutta esotica che amo… bene oggi vi parlo della sua versione “pelosa”, il rambutan!
Ilrambutan (Nephelium lappaceum) è il frutto di un sempreverde appartenente alla famiglia delle Sapindaceae originario del Sud Est asiatico. Il rambutan, come appena detto, assomiglia al litchi con la differenza che la sua buccia è ricoperta da una sorta di filamenti pelosi le cui estremità sono di color giallo. Come il litchi ha una polpa biancastra e succosa con un sapore dal dolce all’acidulo in base alle varietà di rambutan e avvolge un grande seme interno.
Il rambutan è formato prevalentemente da acqua, grassi ed in minore quantità da fibre alimentari e zuccheri (come glucosio e fruttosio); presenta un elevato contenuto di vitamina C e svolge pertanto un’elevata azione antiossidante rinforzando le difese immunitarie; nella polpa di questo frutto tropicale sono presenti anche sostanze come flavonoidi, acido malico e acido citrico. Esso contiene anche una discreta quantità di importanti sali minerali, come calcio e fosforo, manganese, ferro, potassio, sodio e zinco.
Il consumo di questo frutto esotico è consigliato in caso di stitichezza per le sue proprietà lassative garantite dalla presenza di fibre nella polpa; la vitamina C, invece, assicura il rinforzo delle difese immunitarie ed il rallentamento dei processi di invecchiamento cellulare. La presenza del ferro, inoltre, permette di prevenire gli stati di stanchezza dovuti all’anemia mentre, grazie al glucosio, il rambutan si rivela un frutto dalle proprietà energetiche adatto per sportivi e persone con ritmi di vita intensi.
Pochi sanno che i semi del rambutan sono edibili e che contengono soprattutto acido oleico, acido arachidico, e varie sostanze per le quali vengono usati nelle medicine popolari come analgesici. Però, pur non essendo ritenuti tossici, non bisogna abusarne visto l’alto contenuto di terpeni, di tannini, saponine ed altre sostanze potenzialmente tossiche in caso di largo consumo.
Io l’ho sempre mangiato al naturale togliendo la polpa dal guscio e tagliandolo a metà dopo la rimozione del seme centrale ma sembra sia ottimo per la preparazione di marmellate; nei Paesi d’origine, data la sua dolcezza, si strizza la polpa nel tè e si dolcifica la bevanda che viene servita con all’interno un frutto intero.
Una curiosità:
Oltre che ai più famosi litchi (dalla buccia rossastra e sottile simile ad un guscio) e longan (simile al litchi ma più morbido, giallastro, più aromatico ma meno dolce), il rambutan ha anche altri “cugini” più sconosciuti e meno disponibili sul mercato dei frutti esotici: il mamoncillo (Melicoccus bijugatus), buccia verde e polpa arancione, talvolta piacevolmente aspro; il pulasan (Nephelium mutabile), scuro, discretamente più grande e con una “peluria” più ridotta; il korlan (Nephelium hypoleucum), apparentemente un incrocio tra litchi e longan; e il più raro rambutan pelato (Nephelium xerospermoides), più piccolo e oblungo.