Ampalaya: amarissimi cetrioli pieni di benefici

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Oggi ho deciso di parlarvi di uno degli ortaggi più amari che io abbia mai assaggiato, tanto che alla fine ho dovuto desistere dal mangiarlo.

Correva l’estate del 2015 e stavo passeggiando nel mercato contadino del mio paese in Calabria, quando ho notato su una bancarella qualcosa di strano: un cetriolo molto verde e lucido, bitorzoluto e sodo.

Come ben sapete amo scoprire prodotti nuovi, l’ho subito comprato e portato a casa per capire di cosa si trattasse. Dopo qualche minuto di ricerca ho scoperto che  si trattava dell’ampalaya, una sorta di cetriolo dal gusto molto amaro._mg_3292L’ampalaya è il frutto di una pianta rampicante tropicale e subtropicale, della famiglia delle cucurbitacee, la Momordica charantia. La specie è originaria delle foreste tropicali umide, dal livello del mare fino a circa 1000 m di altitudine.

Molto diffusa in Asia, Africa e nei Caraibi,  viene utilizzata moltissimo nella cucina asiatica, thailandese, giapponese, filippina, vietnamita e indiana. Anche appartenendo alla famiglia delle curcubitacee, rispetto ad una zucca però è molto più ricca di acqua e più amara; per la sua consistenza e per i suoi possibili utilizzi gastronomici si avvicina di più al cetriolo e alla zucchina.

_mg_3302Fino a qualche anno fa in Italia era solo un prodotto di quella d’importazione, consumata soprattutto da orientali alla ricerca di sapori che ricordassero quelli dei paesi di origine. Oggi, invece, si comincia a coltivare anche in Italia e non solo negli orti privati, soprattutto nel Lazio e nel sud della Lombardia e precisamente a Mantova… ed anche in Calabria!

Ricca di fosforo, ferro, calcio, vitamine A, B e C, beta carotene e potassio, è molto usata nella medicina Ayurvedica per regolare gli zuccheri nel sangue con effetti simili a quelli dell’insulina. In molti paesi credono sia utilissima nella cura del diabete, poiché è in grado di abbassare il livello di zucchero nel sangue. Usata per via esterna può essere usata come antimicrobico per la pelle e può curare herpes e psoriasi.

Proseguendo il racconto,  ho provato in tutti i modi a renderla commestibile: togliendo la buccia e la spugna centrale, lasciandola a bagno nell’acqua e sale per diverse ore, sbollentandolo e stufandolo. Ciò che veniva fuori era sempre il sapore amaro.

Probabilmente il mio palato è un po’ lontano dai sapori forti e contrastanti delle cucine in cui si utilizza questo alimento, cucine caratterizzate da una prevalenza di piatti molto equilibrati nel gusto, in cui la componente dolce, sapida, acida e amara sono tutte presenti e distribuite in modo sapiente. Alla fine è questione di abitudine e quando il diverso diventa familiare lo si può meglio apprezzabile nelle sue sfumature.

Riproverò sicuramente l’ampalaya -mi hanno dato qualche dritta- e vi farò sapere il giusto modo per assaporarla.

 

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Online si trovano tantissime ricette e indicazioni su come cucinarlo e sulle differenze tra le varie cucine. Per esempio, nelle Filippine, le foglie vengono saltate assieme alle uova e i frutti con manzo e salsa d’ostrica, in India si fa uno stufato con delle spezie piccanti come accompagnamento per il riso ed in Pakistan fritto con le cipolle.

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Un’ulteriore particolarità legata all’ampalaya è la molteplicità di nomi con cui viene chiamata, indice della sua diffusione a livello globale.

Mi sono divertita a segnare i nomi più curiosi e quelli più particolari… l’elenco è veramente lunghissimo. Se vi va date un’occhiata…

Balsam-apple, balsam-pear, bitter gourd, bitter melon, bitter-cucumber, carilla gourd, leprosy pear, leprosy gourd, wild balsam, ku gua, cocombre africain, cocombre amer, margose, momordique. Questi i nomi più comuni nelle principali lingue conosciute.

La pianta o la frutta può essere chiamato con nomi locali, che comprendono: kugua, parya, pavayka o kayppayka, yeoju, goya o nigauri, paagharkaai, hāgalakāyi ma’reah, mara, kaakarakaya, ampalaya, muop dang, kho qua.

E’ nota anche come caraille o carilley, carilla o karela, cundeamor, asorosi o assorosie, e cerasee o cerasse in Giamaica e in altre parti del caraibica.
Sopropo, Narhy kudhreth , Faaga, karavila, hagala Kayi, karla, kayppayka, kakarakaya , paagarkaai, Kalara.

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Daniela Ceravolo © Copyright 2021. All rights reserved.
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